Chiara Daino
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Posthuman.it Estratto da Posthuman.it
08 Ottobre 2013 12:00:00

«Nemmeno Dio può cambiare il passato»
[Agatone]

«Un passato ingombrante» è fraseggio tra i più camaleontici: si adatta alla storia, alla psichiatria, alla sociologia, alla letteratura, alla politica… A tutto. Soprattutto alla musica e, nel caso dei Megadeth, è inevitabile: si possono nominare Mustaine and co. senza nominare Jimbo and co? No.

Tina Turner dovette liberarsi di Ike; Cher di Sonny; Dave Grohl dei Nirvana [e non poco l’aiutò interpretare Beelzeboss nel cult movie Tenacious D in The Pick of Destiny]…

I Megadeth – e i Metallari puri lo sanno – non potranno mai brillare tanto da oscurare l’Uomo di sabbia dei Metallica. Da quando Mustaine, nel 1983, fu “gentilmente allontanato” dai ‘Tallica iniziò un’epopea incline al ridicolo: chi non si ricorda i capelli color fragola di Dave? Come scordare ripicche e dichiarazioni imbarazzanti? E il vertice che raggiunse tracciando sul palco un’invalicabile linea gialla che i suoi musicisti non dovevano superare per lasciargli libera tutta la ribalta?
Seguirono leggende d’ogni sorta fino al patetico ricorso all’analista: Dave e Lars, dopo essersi derisi vicendevolmente per anni, si abbracciano in lacrime e finiscono col parlare della loro prole [Ulrich scherza perché il gruppo preferito di suo figlio sono i Megadeth e Mustaine ironizza consigliando “prendere a calci” il pargolo… Sic!].

Tali vicende di amore-odio contribuirono a legare indissolubilmente i Megadeth ai Metallica; fomentarono i paragoni; impegnarono i fan; distrassero dall’opera musicale nuda e cruda. Vero è che il Black Album sia ormai pietra miliare e capolavoro inarrivabile, ma Mustaine and co. s’impegnano notevolmente per eccellere nel loro. Prima che Youthanasia aumentasse il loro successo [merito di À tout le monde, brano-feticcio riproposto nel 2007 con la partecipazione di Cristina Scabbia] Countdown to Extinction, nel 1992, regalò quell’attenzione mondiale che tanto cercavano.

Tra gli album più venduti dei Megadeth, Countdown to Extinction, rimasterizzato con inedito come da tradizione, spicca perché spacca [nuovamente come tradizione vuole] il pubblico presentando «i nuovi» Megadeth. Meglio prima? De gustibus… Dave non ha mai posseduto la voce di Bill Steer, ma indugia nel melodico – scatenando dissensi e consensi al tempo stesso. Notevolmente diminuiti soli e svise le ritmiche non deludono, ma sono i testi a rilucere e a rendere giustizia all’opus.

Anno Domini 2013: Countdown to Extinction si rinnova, festeggiando i suoi 20 anni, come live album (cover in apertura, NdR) seguito da congeniti tour e dvd. Un tono sotto rispetto alle originali – le canzoni mantengono inalterata la loro potenza e la voce di Dave, pur restando pulita, risuona più sporca che stridula [e il mio orecchio interno, sentitamente, ringrazia], più maschia benché più stanca.

Le primavere passano prepotenti e l’unico augurio che posso esprimere è: Countdown to Extinction non sia un’autoprofezia per Mister Mustaine.

"Where do we go from here?
And should we really care
the end is finally here
God have mercy!
"

Ashes in your mouth: ceneri impastano la bocca di polvere… Ash to ash, dust to dust… But the Memory remains…


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