Chiara Daino
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La poesia e lo spirito Estratto da La poesia e lo spirito
19 Agosto 2009 06:00:57

I. «Camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti ‘tu muori’» [Lucio Battisti]

«La vita sul palco: sì! Il palco nella vita: no!». Mi disse, pieno di prudente/previdente – profezia. All’epoca, come nell’ora, non è detto: l’autodeterminazione sposi l’autoconservazione. Vero che il corpo è uno strumento. Vero anche che Qualcuno bruciò – il suo strumento. Quello che resta è la Musica. Esistono contenitori che modellano il contenuto. Esistono contenuti che spezzano i contenitori. Per quanto si cerchi di ‘bilanciare’ è sempre una Spada di Brenno, una Spada di Damocle! Si deve: scegliere! Imperativo e Categorico: o sopra o sotto il palco! Aut-Aut: scelta obbligata! E scelgo: non starò sotto! Al di là dell’Alfabeto di Ben-Sira o dell’Anonimo che sia stato, al di là del lignaggio di Lilith che motteggia: «Ella disse ‘Non starò sotto di te’ , ed egli disse ‘E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra’».

Al di là di tutto l’al di qui, caro Adamo, i tuoi pigri discendenti, credimi, preferiscono ’stare sotto’ – all’amazzone. Nell’Atto che non può, non deve: esitare. Non deve cedere [né concedere] spazio all’intermittenza! Un medico è sempre un medico, giusto? O, finito il turno, abbandona i feriti all’avvenire cadaverico e non presta soccorso? Ritorna il tedio interrogativo: «cosa fai nella vita?». NON si fa qualcosa, si È quel qualcuno – ogni quando si respira, ogni quando si agisce! Ogni quando si dice, si è detto: «ho scelto» [ o «sono scelto»: ognuno si passivizzi a piacere che non è questo il punto].

Una scelta di Vita, una volta scelta, include la Morte come contraltare [ Do or Die! Testament docet ]. È una feroce purezza: quella promessa. Quella Terra, invisibile, decisa – per piantare i propri passi.

Amici miei, non siamo mai noi [artefici] i destinatari dei nostri atti. È sempre il popolo futuro, sono sempre *i canti delle genti nuove all imbrunire* a dettare i ritmi dei polmoni presenti. È la santità dello slancio: prepara un tuffo carpiato chi ha il corpo

flesso in avanti…

II. «Sulla scena facevo tutto quello che faceva Fred Astaire, e per di più lo facevo all’indietro e sui tacchi alti» [Ginger Rogers]

Credi, Cunctator, non è facile, non è comodo, non è semplice – pure: si deve. Scegliere: chi essere e dove resistere. Punto. En pointe! Prima posizione, arrotonda le braccia in Terza, Rond de jambe en l’air, Quarta arabesque, Ecarté avanti, Grand-pliè! Sia Danza Classica, Danza Macabra, Danza Urbana,… – si tratta sempre di: disciplina! Quale disciplina ti imponi? Ogni discepolo sceglie i suoi maestri [scoppia nel nulla chi ti millanta il contrario!]. E siamo tutti fallibili e tutti perfezionabili. Siamo tradotte di persone che tradiscono e che si tradiscono, ma tradire la propria Arte è tradire la propria Fede: è un peccato mortale. [ E se non credi e se non sei disposto al sacrificio, dubita, ti prego! Astieniti! Biasima, compiangi, diffama! Sempre, però, rispetta: chi non è rimasto 'alla finestra', al sicuro, per guardare e sputare sentenze sterili ].

III. On my way, you know I Won’t Pay Your Price [Motörhead]

Mea culpa. E ognuno, gentilmente, si paghi le proprie. E per quanti peccati ho potuto/posso/potrò non sarà mia quello: il peccato di Jago. La parola perversa/pervertita che semina stragi. Il tacito velo che contamina, camuffa e corrompe il Dietro le Quinte. Perché Aprire il Libro significa vedere che: non ogni mano è monda. E quella macchia di sangue [the 'damned spot'], per quanto lavata, rimane: spettro e specchio che tortura. E sono disgustata da quello che leggo/ho letto per chi lo riga/ha rigato. Si piange in pubblico e si pesta in privato. E mi schifa e mi disgusta e mi rivolta la pletora di Pollici Opponibili, conosciuti a luci spente. With the lights out, it’s less dangerous! Ne siete sicuri? Here we are now! E finché siamo qui: siamo pronti a sentire. Dove stona.

Un Artista ha sempre un riflettore puntato addosso: le pupille inquisitrici di un gatto, bastano. Per graffiare il giusto: per quanto lunga sia l’ombra proiettata è solo – il Ridiculus Mus di turno…

Non mi basta. Non bastano effetti speciali per avere ricordi migliori. Non basta: un buon Libro, un buon Film, una buona Canzone. Non mi bastano: per pagare le Vostre colpe. Per saldare le vostre Maschere ipocrite! Decisa a non pagare, per Voi. Il capro espiatorio lo lascio, volentieri, a Girard! E le prossime Pupille? Quale desiderio [mimetico e non]? Quale stella desiderare? Quale speranza? Fabio Barcellandi, che indaga la tasca interna dell’Anima e delle Parole,  in ‘FUORI DAL CORO’, scrive la ‘SPERANZA DI NON ESSERLO”:

la disperazione è silenziosa
la diresti muta
se non conoscessi perfettamente
ogni sua singola parola
a memoria

la disperazione è calma
la diresti inerte
se non conoscessi perfettamente
ogni suo singolo movimento
a memoria

la disperazione è miope
la diresti cieca
se non conoscessi perfettamente
ogni sua singola forma
a memoria

la disperazione è acida
la diresti amara
se non conoscessi perfettamente
ogni sua singola dolcezza
a memoria

la disperazione è pacata
la diresti sorda
se non conoscessi perfettamente
ogni sua singola reazione
a memoria

la disperazione è disperata
la diresti senza speranza
se non conoscessi perfettamente
ogni sua singola speranza
a memoria

speranza
la disperazione è speranza
la diresti disperazione
se non conoscessi perfettamente
ogni sua singola speranza
a memoria

speranza
di non esserlo

speranza!

Fabio Barcellandi [mi] ha scritto: «nascondi i tuoi artigli, nelle loro carni, che se ne accorgano solo pensando di salvarsi, allontana[r]ti, salva[r]ti… tu!». E così è così: si resta ‘fuori dal coro’ e ‘fuori dai denti’. Saldi sul proscenio. Saldi che non si fanno più sconti – a nessuno!

IV. «I’ve seen things you people wouldn’t believe» [Rutger Hauer/Roy Batty]

Ho visto cose. Non persone. Ho visto cose e cosa accade: dietro. Dietro le scene, dietro la pagina, sotto la biacca e sotto la bautta. E mi basta. E resto: in Significante. Resto dove per me: significa. La Vita Vera, la Contrada del Caos praticabile. E lumino come lacrimo: il Dramma agito e agente che scorre. Scandito come il Tempo. Che scorre, like tears… in rain. Scandito come la pioggia. Time to die. Mi basta il tempo di morire? Non ho tempo! Nessuno stacco! Non c’è tempo! Dai tempo al tempo! Che è qui! Fai presto, più presto! È ora. È Questo: è il tempo delle Cattedrali. E Notre-Dame come lapida?

Immagina come Copula – il verbo Essere!


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