Chiara Daino
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2023, Poemetto Grafico
DIÖSTERIA DIÖSTERIA
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5 MARZO IL 5 MARZO IL "RIGORE" DI PASOLINI
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2022, Poemetto Grafico
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2021, Satira sociale
VIRUS 71 VIRUS 71
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Gloria [Film ante Milf] GLORIA [FILM ANTE MILF]
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LA MERCA LA MERCA
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2019, Romanzo
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2015, Versi
Al Pubblico Nemico AL PUBBLICO NEMICO
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Siamo Soli [morirò a Parigi] SIAMO SOLI [MORIRÒ A PARIGI]
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2011, Romanzo
Lupus Metallorum LUPUS METALLORUM
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2010, Poema Borchiato
Virus 71 VIRUS 71
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2010, Versi
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02 Novembre 2008 00:55:58
SCUSATE SE SONO stanca SCUSATE SE SONO costole e catrame macello e mulino irritata e irritante un suono molesto [ in sottofondo ] Scusate chi si scusa. Per essere. Per avere. Ho una *pessima reputazione* da difendere [ Angelo mio non dire mai quando mi hai vista piangere, non dire mai quanto hai visto dietro la maschera, a luci spente, lontano dal palco. Tu non dire mai, Angelo mio. E se mai ti faranno piangere, vieni da me: saprò difenderti perché saprò vederti ]. Scusate gli amici, i pochi giganti – che mi seguono: il mio paziente corteo funebre – mi veglia mi vigila – nel tiro della *fune*, per strappare sorrisi ai sorsi, per sollevare [ e trattenere ]. Scusate il disturbo, ogni mio rapporto malato, scusate se scrivo, la fuga di pensieri e la perdita della memoria. Scusate se ho scelto di vivere: tutte le voci. E nessuna logica comune. Scusate la matrice quadrata e invertibile, il numero delle incognite [ Kramer contro Cramer ]. Ho un personaggio scomodo e un personaggio ingombrante, un ruolo maschile e una parte femminile: Gavroche e Vivien. E il coro non è completo: nuovi copioni mi preparano nuovi caratteri. E continuo a cercare un solo sublime silenzio. Per sentire, capire DOVE: mi sono persa. Mi sto chiamando piano, sempre meno: il mio nome magro. Non riceve bene. Solo le urla: sono forti e chiare. Il segnale verticale e di pericolo. E scusate il ritardo con cui rispondo: ero in equilibrio precario, dondolo di Eco e pendolo di Ego. Non ho ancora deciso – e “porto il peso: perdendo peso”... Scusate *l’ago teso* dei miei occhi tristi. Scusate la pretesa [ perché non vedete? ]: non è da tutti, non è per tutti – andare *oltre* la pelle. Scusate se sono e non sono. Se dico per tacere. Se *maschero* la morte: piccoli e perfidi trucchi. E avere un motivo, uno in più – per farmi male. Candida carogna. Scusate il corpo *facile* e la *natura* fragile: la pazzia e il panico, il coltello e la carezza, il peccato e la purezza. La mia paura doppia: essere forte, essere debole. Un cuore di metallo e un cuore di cristallo. Due fantasmi e un teschio solo. SCUSATE SE SONO scivolo: sciacallo [ *si nonima* strega ] grano rosso al grammo al chilo al chi lo dice la dice: macchia carnefice SCUSATE SE SONO complesso di cocci che chiamo – carne di corvo diadema ematoma: in gola le nocche e *livide* *per dita* che crema gialla e bionda grumo e di bile *lamia* pancia piatta dama dirà: due dardi uno di piombo e uno di vetro rotto a forza mai una scheggia, una sola. È senza sede e secca: in gola. Mai doma, non siede composta: la fame non sazia di un gesto... [ toglimi tutto, ma lasciami, lascia per me: un abbraccio che non ti serve ]. Fai finta di nulla e dimentica: lascia in cantina un abbraccio che non indossi più. Lascialo lì, lì per me, per molto meno: ho amato qualcuno... E congela... Più tossica del tabacco – che fuma che confonde [ e si nasconde meglio il cecidio: il costume di scena ]. Se vi pare, si chiude: SIPARIO! Non ancora. Un atto ancora. Dopo l’applauso si chiede scusa. Non voglio scendere. Non voglio spegnere. È questa: casa mia. Aspetto qualcuno. Signore mi scusi: la mancata simmetria e la visione distorta: un occhio per vedere vicino e un occhio per leggere lontano. Una mano che trema e una mano che taglia. Un piede sulla luna e un piede sotto terra. Una testa di Cazzo e una testa di Medusa. Signora mi scusi se pecco di pioggia: e amo le tempeste. E scusate lo sfogo e lo sfregio, se la bocca di Rosa ha licenziato il Riso [ e si scatena – fuori ]. Scusate se sono: e sbaglio. Se sbocco, se sillabo fuori tempo, fuori luogo. Il mio oggi è obbligo: «chiedi scusa al sistema!», «rendi grazie allo sperma!», «tieni la bocca chiusa!», «tieni a freno l’istinto!». CHIEDI SCUSA! E SALUTA! Scusa Scusa Scusa! Salve Salve Salve! Non basta? Non basta! Sei senza scuse... Non importa, in fondo: «perdono» è una parola – che muta. Cambia il come, cambia il dove. L’accento è tratto! E separa un momento felice... E ti ricordo. E grazie per quella canzone! E... quasi quasi mi dimenticavo... SCUSATE SE SONO due volte tanto due volte troppo SCUSATE SE SONO pessima compagnia compagna peggiore SCUSATE SE SONO sudario e sicario il palco il pugno e stiva e sangue SCUSATE SE SONO Chiara [ *Va bene, così?* ]
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