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UNA GEOMETRIA, FORSE (Gabriela Fantato)
Precisione
per A.C.
Potrei fermare la precisione
del respiro nelle rotaie,
restare qui nella promessa.
Conto le fermate
– una, due, sono nove, dici,
di arrivi e sempre partenze,
un taglio sulla porta dove
il sogno scrive la casa.
Mi afferro al gancio che tiene
la mano e fa i conti
con le cose.
Abbiamo ancora tempo
per perderci, nessun pudore a dire
– angeli e crederci.
Siamo prede e assalto dove la schiena
è radice,
benedizione delle labbra
nel sorriso della madre.
Una città senza nome.
Una geometria, forse
L’edera di fronte a casa è esplosa
di un verde cupo sul muro,
come un amore.
Indomabile di pori,
rughe e frastagli nei rami in salita.
Una gioia,
un assedio che nega il nome.
O tempo, mio tempo di fioritura
così veloce per dirlo
- erano acuti i sedici anni e i venti
senza misura.
Ora insegno agli occhi
la pazienza, le foglie più fitte.
Dentro la stanza cresce una promessa
selvatica come le more,
devote
al tempo che non cresce.
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